Nel visitare luoghi e città diverse ho sempre visto ogni tipo di statua o monumento dedicato a personaggi notevoli, che si sono distinti e meritano per questo di restare nel tempo e nella memoria. Figure rappresentate in dimensioni esuberanti e collocate in posizioni ben visibili, di rilievo. Finché non sono andata in Spagna dove, con mio stupore, ho incontrato statue dedicate all’uomo qualunque.
Sì, ci sono anche in Spagna monumenti dedicati a personalità illustri come in ogni altro angolo del mondo, ma può accadere, camminando sul marciapiede, di sfiorare qualcosa che a prima vista può sembrare una persona, ma è una statua, di dimensioni naturali, in atteggiamento naturale. Mi è capitato di percorrere più volte la stessa strada, senza accorgermi di queste discrete presenze, che si mescolano quasi tra la gente, con estrema naturalezza, e con dei visi così espressivi che sembrano personaggi di una favola vittime di un incantesimo.
Stupita, mi fermavo spesso a guardarli: erano di una umanità sconcertante, avrebbero potuto prendere vita e mischiarsi alla folla. Gli abitanti del luogo le ignoravano; e quando ho chiesto loro informazioni in proposito, non ho ricevuto risposte soddisfacenti.
Al mio ritorno dalla Spagna, perciò ho portato con me solo testimonianze fotografiche e la mia curiosità, che mi ha spinto a fare una ricerca per saperne di più.
All’inizio non è stato facile risalire all’ispiratore di questo stile. Poi, con un po’ di fortuna e attraverso una foto, sono risalita a Juan Munoz, scultore spagnolo nato a Madrid nel 1953 e morto a Ibiza nel 2001 per infarto.
Tra le più brillanti voci nella Spagna degli anni ’80, questo artista espose per la prima volta i suoi lavori alla galleria Fernando Vijande nel 1984; i suoi lavori sono stati in seguito esposti in tutto il mondo, ed è fuori dalla Spagna che è più facile reperire le sue opere.
Nel 1990 esordì con sculture di carattere narrativo, che rappresentavano figure solo leggermente inferiori alle dimensioni naturali, poste all’esterno o a volte all’interno degli edifici, monotematiche, color grigio piombo o cera. Intento dell’autore è, con questi lavori, consentire all’osservatore di sentirsi parte dell’opera: infatti le statue sono in grado di coinvolgere lo spettatore, che può identificarsi agevolmente con esse, grazie alla loro naturalezza. Questo artista, così creativamente diverso da quelli del suo tempo, si definiva “un mago che inganna il pubblico grazie alla creazione di realtà fittizie”. Credo che la sua opera conduca di certo ad una riflessione non banale sulla figura umana e sul modo in cui l’arte è in grado di rappresentarla.
Adesso so quello che volevo sapere. Spero di non essere stata noiosa.
Maria Lo Russo
13/10/2011 – 10/11/2011 Logroño, Spagna
Progetto GO50+
CEMEA del Lazio
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