Un’esperienza di volontariato a Lisbona
Il viaggio per noi è cominciato… quattro donne, quattro vite che si incontrano per vivere 20 giorni insieme verso “l’ignoto”.
Il senso di un viaggio verso una formazione, che fino a pochi giorni prima ognuna di noi pensava impossibile, è andato via via espandendosi ad ogni cambio di metro e bus.
L’appartamento, posto in cima ad un palazzo di cinque piani rigorosamente senza ascensore come la maggior parte dei palazzi lisbonesi, è meraviglioso. Ma la cosa più importante è la sensazione di “essere a casa”.
Le destinazioni per il nostro volontariato: Albergues Nocturno e Banco Alimentar. Laura ed io veniamo destinate al Banco Alimentar, mentre Rina e Anna all’Albergues Nocturno. Passiamo la mattinata con Paula che ci porta per le presentazioni ufficiali al Banco Alimentar, un enorme complesso di capannoni dove viene smistato e reindirizzato il cibo offerto sia dai cittadini durante le campagne, che dalle industrie alimentari. Conosciamo Isabel Presidente del Banco, Ana Vara, responsabile dei volontari, Juan direttore del magazzino di smistamento e Ernesto responsabile del magazzino, uno stupendo 83enne, il più anziano, sia per età che per esperienza. Sarà lui che ci seguirà passo passo.
Il nostro primo obiettivo di volontariato: insieme agli altri volontari (saremo in tutto una decina) dobbiamo comporre 25.000 cartoni (caixas) per l’imminente campagna di solidarietà del Banco (sabado e domingo). Si lavora sempre allegramente, si percepisce che nessuno si sente obbligato a far nulla e è proprio questa libertà che rende inversamente proporzionale la riuscita del lavoro, si ride, si scherza e si lavora veramente sodo, 25000 cartoni sembrano veramente troppi! Dopo due ore di lavoro Ernesto mi mette già un soprannome “la maquina” mi piace (me gosta).
Paolo (il direttore dell’Albergo Notturno, dove fanno volontariato Anna e Rina) ci porta un giorno tutte, insieme alla sua famiglia a Setubal sull’Oceano e ci fa scoprire una delle spiagge più belle del mondo e il choco frito!
Decidiamo di partecipare anche all’iniziativa di raccolta nazionale di cibo del Banco Alimentar. Il clima è stupendo, giovani volontari da tutto il mondo lavorano a tempo di musica.
Lunedì il Banco Alimentar chiude per far riposare i suoi volontari.
Nei prossimi giorni, dopo l’esperienza degli scatoloni, siamo “trasferite” alla composizione dei bancali diretti alle associazioni che usufruiscono del cibo raccolto dal Banco Alimentar. Kilogrammi e litri di alimenti primari per le associazioni che si occupano di senza tetto, di ragazzi abbandonati, di ragazze madri. Ogni pacco che dai bancali di smistamento spostiamo sul bancale di qualche associazione è un gesto d’amore.
Sono dieci giorni che siamo qui e ne mancano dieci alla nostra partenza.
Gli ultimi 10 giorni volano come il vento di Lisbona fresco e veloce, il pensiero di lasciare un posto così libero e tutta questa gente così bella, preme forte sul cuore.
Mais Cidadania ci coinvolge in tutte le loro iniziative, il workshop da noi tutti reintitolato “il fazzoletto”, dove attraverso la tradizionale danza portoghese dell’amore creiamo un nostro fazzoletto, ipoteticament
e dedicato al nostro amore, con disegni e poesia in portoghese inventato. Due giorni dalla partenza, partecipiamo ad una cena con tutti gli operatori di Mais Cidadania e i volontari. Impegno, solidarietà, divertimento e allegria vanno a braccetto.
L’ultimo giorno ci ritiriamo con Ana Vara, Paula e Ana Filipa per la valutazione della nostra esperienza; noi siamo felici e orgogliose di quanto abbiamo fatto e delle persone che abbiamo incontrato. Ana Vara ci restituisce le stesse sensazioni, noi diciamo che avremmo voluto poter fare di più e lei che non si sarebbe mai aspettata tanta dedizione; è la prima volta nella sua esperienza che delle volontarie straniere, con tutte le difficoltà che un lavoro così faticoso comporta, si muovono con sicurezza e vengono accettate e riconosciute da tutti “como se aqui, ali foram sempre” (come se qui ci foste sempre state)!
Rossella Scarponi
Participant
20 Luglio 2017